Più di trent’anni fa Pierluigi Celli si faceva questa domanda:
Persone strutturate con esperienze di successo consolidato alle spalle, come dei manager, possono essere stimolati a mettersi in discussione per apprendere qualcosa di nuovo ed utile?

Come già dimostrato ampiamente, il modo per riuscirci passa attraverso una formazione “laterale”, che con stimoli indiretti, favorisca un ragionamento, non standardizzato ed individuale.
Si può arrivare così ad elaborare un apprendimento personale, non scontato, individuando percorsi nuovi e inediti.

 

Il tema su cui vogliamo stimolare una riflessione formativa “salendo sulle spalle dei giganti” è: Come guidare il cambiamento?

Il presente, piuttosto incerto, rende difficile rispondere a questa domanda.
La risposta non è standard, bisogna costruire la propria nel proprio contesto…Per agire nel proprio modo.

Vi proponiamo di costruirla partendo dal racconto di un tempo lontano e inattuale e tuttavia, come sarà chiaro, molto istruttivo e stimolante: il passaggio dal caos della guerra civile alla pax romana dell’impero di Augusto.
Rifletteremo sugli elementi che hanno facilitato questo cambiamento epocale, di successo.
Una riflessione che può aiutarci a gestire il cambiamento attuale, della nostra organizzazione, del nostro gruppo, del nostro contesto, arricchendo i nostri modi per plasmarlo.

 

Il Concetto di partenza

I cambiamenti epocali non devono necessariamente avere il volto e far sentire il pathos di una rivoluzione.
Cambiare spaventa, e anche nelle situazioni apparentemente più disfunzionali, meno efficienti e più tossiche vi sarà sempre chi difende lo status quo, vuoi per pigrizia, vuoi per tornaconto, o semplicemente per inerzia.
E possiamo forse constatare serenamente come in ciascuno di noi alberghi una parte refrattaria al cambiamento.
È naturale: cambiare provoca stress, e di stress eccessivo non abbiamo bisogno, ma l’eustress serve.
Ma cambiare è necessario, in quanto tutto cambia ovunque e sempre, e la fissità e rigidità lavorano contro l’adattamento e quindi contro la stessa capacità di sopravvivere di organismi viventi o di corpi sociali. Ma esiste talvolta anche la necessità di cambiamenti profondi, di sconvolgimenti radicali, di shock sistemici se il sistema corre dritto verso la sua autodistruzione.

 

Il caso storico

Vi raccontiamo una storia: quella celeberrima della trasformazione di un intero sistema politico, sociale, simbolico, per molti aspetti anche economico avvenuto in un organismo immenso e difficile da governare, l’Impero romano, attorno all’inizio della nostra era, sistema caratterizzato da un’alta complessità interna (classi sociali arroccate sui propri privilegi e pronte a dare tutto pur di non perderli, molti popoli, molte lingue, molti attori dotati di potere, reale o simbolico) e da una altrettanto forte conflittualità che perdurava attorno al 30 a.C. da almeno 30 anni.
Il caso che qui si propone mostra come un individuo dotato di eccezionali abilità strategiche e intellettuali abbia saputo navigare nella complessità e nella conflittualità del sistema per mettere in moto e portare a termine una rivoluzione (talvolta un vero e proprio cambiamento a 180 gradi) caratterizzata da un alto grado di consenso.

Ciò è stato possibile anzitutto grazie ad una lettura pragmatica della realtà, e ad alcune azioni chiave.

Ripercorrendo insieme allo storico ed al formatore queste vicende, quali riflessioni e spunti concreti possono ispirarci?

Come applicarle al nostro contesto lavorativo?

Rispondere a queste domande, ciascun partecipante a suo modo, attraverso attività esperienziali, sarà il vero valore di questa attività formativa.

Marco Maiuro & Paolo Vallarano

                                                                                                                Per approfondire: paolo.vallarano@admeliora.net